Vini Enoz: uve biodinamiche e anfore mesmeriche!
Decomposti e decomposte bentornati su Zombiwine: l’unico canale che se non lo segui ti sotterra in un Qvevri! e non a caso ho usato questa parola poiché oggi vi porto a scoprire con un reportage una delle aziende più interessanti della Campania: Enoz di Roberto Zeno! Vini naturali si, ma della scuola che vuole vini chirurgici!
Scrivere di questa azienda per me non è facile, poiché voglio essere quanto più obbiettivo possibile nonostante, personalmente la ritengo una delle realtà più interessanti del sud Italia. In questi casi c’è una sola cosa da fare: parafrasare poco e andare dritto al punto. Azienda agricola a tuttotondo hanno circa cinque ettari a vigneto, poi uliveto e anche coltivabili per un totale di 23i ettari tutti e sottolineo tutti in biodinamica.
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Per capire i vini di Roberto Zeno dobbiamo incrociare varie storie, un pò come se noi fossimo dei moderni Sherlock Holmes: se tralasciassimo anche solo uno di questi aspetti si disfarebbe la matassa della nostra comprensione e ci ritroveremmo dimuovo nella nebbia dell’ignoranza.
Tutto parte dalla terra, sempre e comunque dalla terra!
Siamo a Sessa Aurunca, l’ultimo luogo della Campania, pochi chilometri dopo inizia il Lazio. Per millenni questa terra ha sfamato genti, difatti i nostri avi la chiamavano Campania Felix. Nonostante sia in provincia di Caserta per me è un luogo a se stante dove, proprio come presso il Vesuvio, il protagonista è un vulcano /qui spento) quelli di Roccamonfina. Sessa Arunca, nonostante il comune sia relativamente piccolino, è il secondo comune campano per estensione dopo Ariano Irpino (altra terra di grandi vini naturali) dista pochi chilometri sia dal mare del golfo di Gaeta sia dal vulcano spento di Roccamonfina.
Questa terra, già ai tempi dei romani era un Eldorado: fertilissima grazie alla terra vulcanica produceva eccellenze del comparto agroalimentare. oltre ai prodotti agricoli mangerecci era terra del primo vino conosciuto per provenienza geografica: Il falerno del Messico: il vino più costoso dell’antica Roma insomma un Romanè Conti de casa nostra; Magari sull’argomento Falerno del Massico ci ritorneremo in un prossimo articolo poiché è complesso.
Sessa Aurunca quindi ha la sua storia millenaria che potete leggeri comodamente qui! Una volta terra degli Aurunci oggi è un grappolo di case antico e fascinoso abbracciato ad uno sperone di pietra vulcanica e intorno a questo sperone: una meravigliosa collezione di scempi architettonici! proprio come era solito essere nell’Italia della Democrazia Cristiana! Qui sorge la masseria Torricella, poco fuori Sessa e qui da pochi anni è nata Enoz wine!
Vini Enoz: uve biodinamiche e anfore mesmeriche!
La seconda storia da raccontare e quella della famiglia Zeno, generazione dopo generazione custodi e interpreti della terra Vesuviana; si ho detto Vesuvio, lo so che siamo a Sessa Aurunca, ma la famiglia nasce su un altro vulcano: non quello di Roccamonfina ma il Vesuvio.
quanto segue, sono le parole dirette di Roberto difatti credo che nessuno possa raccontare la propria storia familiare come il diretto interessato.
La storia familiare degli Zeno è degna dei romanzi dell’800. Ma è una bella storia… c‘è la dedizione al lavoro, la responsabilità, l’attitudine di chi non lascia niente al caso perché vuole imprimere un segno attraverso i gesti e le opere.
Al centro di l centro di tutto c’è il valore della famiglia… di quelle di una volta.
Siamo produttori da due generazioni e contadini da tantissime.
Ci portiamo dentro i valori della terra e una filosofia che respiri fin da piccolo. Il padre di mia nonna era contadino alle falde del Vesuvio. La vite e il vino è sempre stata parte della loro vita quotidiana
Siamo alla quarta generazione adesso Roberto con le figlie Alessandra e Ludovica
Roberto per 25 anni si è occupato di Risorse Umane e Relazioni Industriali, si è sempre tenuto alla larga dalla “terra” che invece il padre continuava a coltivare.
Poi ad un certo punto la necessità di cambiare vita, le vicissitudini della vita l’hanno portato in una nuova terra anch’essa vulcanica, Sessa Aurunca.
Nel territorio di Sessa Aurunca ha ritrovato le stesse caratteristiche dei terreni vesuviani, ovvero terre vulcaniche affacciate sul mare a circa 260 mt slm.
Non fai il vino perché hai sete. Dentro c’è arte, poesia. Per farlo devi essere un po’ artista, un pò interprete della natura, della terra.
Come vedete siamo tornati alla terra!
L’ ultima storia, è quella per cui mi manderete a quel paese, perché è la storia della terra: non geografica, non geologica ma alchemica. Comprenderla ci permetterà di comprendere i vini di Enoz. Terra: Tutto parte e si trasforma grazie a questa parola: Terra, terra, Te Rah, teh ra, ma io preferisco chiamarlo “Wyrd“. Wyrd, questa parola norrena ha un significato simile al nostro destino \ fato, ma con la differenza che non è immutabile ma circolare. La terra a sua volta è un ventre, una madre e come tale è vita circolare e racconta la terra di Enoz.
Vini Enoz: uve biodinamiche e anfore mesmeriche!
Enoz produce quattro vini: primitivo rosso, primitivo rosato, falangina e Fiano.
Tutte le uve sono di proprietà, tutte le uve sono coltivate prima in regime biologico e poi in quello Biodinamico, l’enologo che segue l’azienda è Gennaro Reale.
I vigneti che ho visitato, sono in ambienti profondamente selvaggi e poco antopizzati. I loro vigneti sono selvaggi, badate bene, ma non sono lasciati a loro stessi divenendo una foresta infestante, ma anzi sono curate e ordinate. Tutto intorno però alla pianta di vite c’e vita di insetti, api, formiche, a quella di tassi, istrici e sopratutto cinghiali che fanno di questo luogo un luogo in cui l’uomo è ospite. Assaggiando le uve che, non subiscono nessun trattamento di sintesi, ho sentito frutti dolcissimi (domani dovrebbero vendemmiare). Vedendo le piante è chiaro e percepibile il lavoro dell’agricoltore, ma anche quello di fare un passo indietro e cercare di dare alla pianta la libertà necessaria per adattarsi alla Terra.
Terra questa, vulcanica non è nera come quella del Vesuvio, ma molto più sabbiosa e probabilmente anche difficile da lavorare; ma qui le piante sono vive e sveglie è la gestione biodinamica non lascia scampo! la pianta si devee da adattare! (voce romana coatta)
Secondo voi è finita qui? no c’è l’ultima parte! daje che je al si fa!
Andiamo in cantina forse la cosa più incredibile di Enoz! ricavata da degli ambienti scavati (o ingrotatti se mi passate il termine) nel fianco di una colata di pietra vulcanica ricca di piroclasti; i due ambienti che ospitano la cantina non hanno una scheggia di legno alloro interno. Tutti i quattro vini fanno solo anfora, anfora anfora. Nel primo ambiente ci sono le anfore in cui l’uva fatta fermentare spontaneamente divine vino; oltre alle anfore due sempre pieni di metallo che vengono utilizzati per fare decantare e quindi illimpidire i vini (che non sono ne filtrati ne chiarificati). Nel secondo ambiente il pezzo forte dell’azienda! dopo un po di anni di riflessione, questa settimana sono state realizzate tre anfore georgiane qvevri. Queste tre anfore che affondano il loro ventre gravido nella terra ospiteranno i tre nuovi progetti segretissimi di Enoz. Non ce ne ha parlato ma onestamente spero in un vino a lunghissima macerazione proprio come si fa in Georgia.
Vini Enoz: uve biodinamiche e anfore mesmeriche!
E adesso l’ultima parte : come sono i vini: semplicisticamente dovrei dirvi boni. ma cerchiamo di essere un po meno arruffoni e precisi.
Fiano, Falangina, Primitivo Rosato, Primitivo rosso.
Tutti a fermentazione spontanea, senza controllo meccanico della temperatura, anche se in quella cantina non serve visto che la temperatura è costante sempre, tutti fermentati in anfora e invecchiati in anfora e bottiglia. Da quest’anno sono arrivati anche dei nuovi contenitori e la zona georgiana ma che ad adesso non possiamo sapere come influenzeranno i vini.
Ora vi dovrei descrivere i vini, però permettetemi di farlo a modo mio perché sto scrivendo dalle quattro di oggi pomeriggio e se permettete vorrei andarmi a bere una cosa che ho le dita secche.
I vini sono visivamente luminosi ma non paglierini: dentro c’è vita, in tutti e quattro; al naso sono complessi con una varietalitalità percepibile e con un perfetto punto di macerazione; questo fa si che le tre varietà siano riconoscibili.
Nei suoi vini, al naso non percepisco volatili, i vini di Enoz sono naturali come la terra da cui provengono ma non hanno difetti di nessun tipo. Sono vini chirurgici, che se non fossimo in Campania, potrebbero tranquillamente essere stati partoriti dalla cantina di un francese. Assolutamente messi a fuoco, senza difetti, il naso ha però un filo comune con ognuno dei vini.
Qua devo stare attento come lo scrivo perché se no mi spaccate l’anima per mesi.
Vini Enoz: uve biodinamiche e anfore mesmeriche!
Nessuno dei vini è ossidato, nessuno dei vini viene fuori da uno stile ossidativo, nessun vino ha una percezione di eccessiva maturità o di gusto di luce: però tutti i vini respirano e hanno respirato. Vi spiego che intendo dire.
La somma dei processi di vinificazione e invecchiamento ci consegna, nella bottiglia, un vino maturo e prontissimo ad essere bevuto; vini però con una firma: un richiamo di un gusto e di un profumo che non so ben definire. Vi direi che è il gusto dell’anfora ma in questo caso vi coinvolgerei in un gioco inesatto. SE vi dico che i suoi vini sanno di Anfora potreste pensare che sono vini totalizzati e totalizzanti: non è cosi non sono vini che sanno di terracotta anzi. Piuttosto sono vini che escono sugli scaffali già pronti ad essere bevuti bene (anche se possono invecchiare) e ti consegnano nel calice un vino non chiuso e stitico ma in forma e agile…… con quel suo gusto di terra che spesso si è persa in tanti vini meno chirurgici e precisi. Se vogliamo questi sono vini che combattono quell’assunto per il quale i vini naturali sono tutti uguali:molti lo sono ma questi assolutamente no
Roberto ha imparato a lavorare con le anfore confrontandosi con un azienda di Taeno: i Cacciagalli. Questa azienda è fra le migliori interpreti della vinificazione in anfora fuori dalla Georgia, avendo fatto nascere proprio una “mano d’artista” riguardo questa pratica enologica nel centro sud. Bene io nei vini di Enoz ci trovo la stessa raffinata cifra stilistica: ma segnatevi la parola che ho usato: Raffinata e sottolineo Raffinata!
Quello che sentirete nel bicchiere è uno stile tutto suo, fatto da profumi non inquinati da difetti, un filo di ossigeno, una bella maturità e un sorso perfettamente in equilibrio fra macerazione e varietà d’uva.
Vini Enoz: uve biodinamiche e anfore mesmeriche!
Enoz “L’Attimo” Falanghina IGP Roccamonfina : Falanghina che fermenta spontaneamente in anfora. Seguono 6 giorni di macerazione e dopodiché il vino affina ulteriori 6 mesi in anfora. Appena 1000 bottiglie prodotte.
Vino luminoso dal colore intenso e vibrante. naso che gioca tra note di frutta gialla e intense vene minerali. Il sorso è pulito, netto e dinamico con una texture che gioca sulla riconoscibilità del vitigno e una intensa nota vulcanica .
Enoz fiano di Roccamonfina IGP “La Monade” 2019.
Prodotto da uve Fiano in purezza, fermentazione spontanea in anfora con alcuni giorni di macerazione. Dopodiché il vino affina ulteriormente in anfora per 9 mesi e 2 mesi in bottiglia.
Giallo carico con note quasi dorate.
Naso: frutti a polpa gialla, con una sottile nota floreale di gelsomino, e un finale di mielata di bosco.
Sorso fresco, agile ma deciso con rimandi vulcanici e un goloso tannino.
Enoz IGP Roccamonfina Rosato da uve Primitivo “Il Re è nudo” .
100% primitivo rosato che fermenta spontaneamente in anfora, senza alcuna macerazione delle uve, con un affinamento di 7 mesi sempre in anfora. Ne nasce un vino dalla notevole capacità di beva e freschezza.
Il vino si presenta in un vivace rosa intenso. Nel calice si avvertono note di fragoline di bosco e petali di rosa insieme ad odori più spessi come il mirtillo. Sorso è fresco ma ben contemperato dalle sue morbidezze.
Enoz IGP Roccamonfina Primitivo “Il Chaos” 2020
Prodotto da uve 100% Primitivo, fermentazione spontanea in anfora. Segue una macerazione di circa 15 giorni tra follature e rimontaggi. Tutte pratiche effettuate manualmente. In ultimo, il vino affina in anfora per ulteriori 10 mesi.
Iintenso e luminoso rosso rubino. Nel calice si avvertono note di fiori, note fruttate di bacche rosse, prugna e ribes e sul retro nasale potentissima sia la nota vulcanica sia una freschezza difficilmente inquadrabile in un profumo specifico. Il suo sorso è instancabile e per nulla faticoso per il palato.
Arriviamo alla fine di quest’articolo con l’ultimo aspetto: i prezzi: online intorno ai 20, al tavolo diciamo entro i trenta al massimo; vale la pena? assolutamente si! sono vini davvero strepitosi!
Volevo chiudere raccontandovi un piccolo aneddoto; la’ltro ieri avevo da saggiare la loro falanghina, vitigno che solitamente amo meno del Fiano. Stava li, l avevo comprata per provarla ma onestamente non ne avevo molta voglia, perché scemo io, sapete la falanghina….. la apro e viene fuori un Rocco Siffredi di vino! ho messo il sedere appoggiato al muro (just in case) e mi sono analizzato sto vino: no way, no word! grigliata di pesce e via e mi ha reso un bambino felice!
Che cosa intende con “ un Rocco Siffredi di vino!” ?
Che è un vino spaventosamente opulento, quasi pornografico per la sua gustositá di beva