Bianco Bajola in Tiano: Dissonanze enoiche.

Bianco Bajola in Tiano: Dissonanze enoiche.

Ci ho messo tre giorni per sedermi davanti al pc; ci ho messo tanto tempo per decidere se e come parlare di questo vino poiché non è molto semplice per me esprimere le mie opinioni: questo vino all’ottanta per cento di voi non piacerà.

Quindi non vi farò un preambolo ma andrò dritto al sodo. Non è un vino per tutti, non è un vino neppure totalmente per me, questo è il limite assoluto. Se volete bere cose del genere dovete avere due palle sotto che fumano ed onestamente io non so se le ho. Quindi attenzione non è un vino per tutti! Big spoiler ha tutto quello che vi hanno insegnato essere sbagliato!

Bianco Bajola in Tiano: Dissonanze enoiche
Bianco Bajola in Tiano: Dissonanze enoiche.

Cominciamo a inquadrare dove siamo e di che parliamo: Nato dalla volontà della famiglia Iacono, Bajola è un vino italiano, campano e nato sull’isola di Ischia; di questa versione ne vengono prodotte circa quattrocento bottiglie l’anno e nasce come naturale evoluzione ideologica del vino di cui molto spesso ho scritto ovvero: il Bianco Bajola di cui trovate linkato l’articolo.

Il Bianco Bajola in tiano da uve Vermentino, Viogner, Sauvignon Blanc, Incrocio Manzoni, Malvasia delle Lipari già per uvaggio si discosta dai classici vini ischitani che solitamente sfruttano una varietà locale chiamata Biancolella. Quello che rende particolare questa cantina è l’approccio di vinificazione che la fa essere quasi un archeo cantina; non potendo costruire per vincoli ambientali una cantina come le altre aziende la scelta è ricaduto su l’utilizzare un vecchissimo metodo di vinificazione: il palmeto.

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Nella sua accezione di vasca il palmento aveva pareti di cemento o calcestruzzo o era scavato direttamente nella roccia. Utilizzati in scala industriale tra l’età ellenistica e tutta quella romano imperiale, l’utilizzo si è protratto quasi fino ai giorni nostri. Sono presenti in tutta l’area del Mediterraneo, dalla Georgia (che presenta esemplari di quasi 3.000 anni) al Portogallo, passando per la Spagna, l’Italia, la Francia.

In Italia numerosi testimonianze si conservano prevalentemente al Sud. La località con il maggior numero di palmenti, in Italia e in Europa, è Ferruzzano (piccolo paese in provincia di Reggio Calabria), che ospita circa 160 palmenti risalenti a diverse epoche. Questi sono stati usati ininterrottamente sino alla metà del 1900.
Anche a Ischia (NA) all’interno del Castello Aragonese si possono vedere gli antichi palmenti utilizzati per la pigiatura delle uve. Quindi non hanno fatto altro che prendere una tecnica antichissima e continuare a usarla con piccole migliorie.

Per farvela iper semplice, vi incollo cosa dice Alice (proprietaria dell’azienda)

Diraspiamo le uve, ma non le pigiamo, direttamente in vigna, sopra le vasche in cemento interrate, ricavate da un’antica vasca usata un tempo per la raccolta dell’acqua piovana.
dopo qualche ora in vasca le uve presentano già una leggera attività fermentativa senza l’aiuto di alcuna aggiunta (lieviti, attivanti, solforosa).
la fermentazione alcolica dopo 24 ore è già tumultuosa e almeno 2 volte al giorno procediamo a dei rimontaggi per tenere la vinaccia sempre bagnata.
quando la fermentazione è finita , e cioè il cappello è immerso, sviniamo e lasciamo il vino sulla sua feccia fine almeno per tutto l’inverno e la primavera successiva.
imbottigliamo senza filtrare
l’etichetta è semplicemente il nostro logo. il vino è senza solforosa aggiunta, senza chiarifiche e senza filtrazione. biodinamica arricchita da tecnica simbiotica.
usiamo un tappo a vite, stelvin, con permeabilità all’ossigeno predefinita, per rispettare il vino nella sua integrità e genuinità.

Bajola Alice Iacono

Bianco Bajola in Tiano: Dissonanze enoiche.

Bianco Bajola in Tiano: Dissonanze enoiche.

Ma che cos’è il Tiano? e in casa consiste questa variazione sul tema? anche qui lascio la parola ad Alice.

Il Tiano è un contenitore di terracotta della stessa forma e dimensione di una barrique (circa 200-210 litri di capienza). ce lo produce la fornace masini di impruneta (firenze) cui siamo legati da amicizia di lunga data.
il Tiano esternamente è protetto con un composto a base di cera d’api, olio di lino ed essenza di agrumi. la ricetta proviene da lunghi studi finalizzati a non rendere completamente impermeabile il Tiano ma di mantenere una certo contatto con l’aria adatto all’affinamento del vino.
prima del primo utilizzo all’interno del Tiano facciamo una sorta di encausto esclusivamente a base di prodotti vinosi per ridurre la porosità della terracotta.
non riempiamo mai totalmente il Tiano in modo da consentire un sostanziale contatto fra superficie vino e aria.
non lo svuotiamo mai, al momento dell’imbottigliamento lasciamo nel Tiano almeno il 10% del vino ricco di feccia fine, memoria delle annate precedenti.
è il nostro metodo “perpetuo”. Imbottigliato il 28 dicembre 2018.
caratteristiche analitiche: 14,3° alcool con 7,2 g/lt di acidità titolabile. acidità volatile 0,71 g/lt e estratti ridotti intorno a 31. solforosa totale <10 mg/lt.

Bajola Alice Iacono.

Quindi Bajola è un vino realizzato seguendo la precisa idea di produrre vini come un pò di secoli fa: vino figli del luogo e dell’annata, dove riduzioni e volatili sono presenti per scelta e sta a voi decidere se è o non è il vostro vino; il loro Bajola diciamo normale è un vino che amo moltissimo senza alcun dubbio.

Ne ho bevuto di quasi ogni annata almeno un cartone, lo conosco (reputo io) bene e trovo la sua grandezza nell’essere una stanza del tempo. Anche se ambientato negli anni trenta del novecento sull’isola di Procida (e non Ischia )Bajola mi ricorda moltissimo L’isola di Arturo di Elsa Morante (di cui vi lascio il link) riconosco come a moltissimi possa non piacere trovandolo pieno di difetti e di complessità ma quelle sono proprio el cose che io amo di questo vino: il mare, la macchia mediterranea , il suono dei grilli, il caldo e l’odore del mare. Con Bajola in Tiano però il discorso cambia completamente.

Bianco Bajola in Tiano: Dissonanze enoiche.

Tiano si presenta nel bicchiere di colore bruno tonaca di monaco, sembra una birra belga quasi, questo colore è solitamente sinonimo di ossidazione, l’ultimo calice ha un bel pò di posa e l’idea di scaraffarlo non è cattiva. Il tiano è lasciato sempre un pò scolmo, inoltre il tiano traspira: quindi è un vino in stile ossidativo. Cromaticamente il vino promette qualcosa che sta a voi decidere se vi interessa o no. Personalmente i vini ossidativi in determinate condizioni mi piacciono ma non in tutte.

Ora fermo qui la recensione perché in me ci sono due anime in contrasto che non si sanno decidere: sulla domanda brutale se ti è piaciuto la mia risposta onesta è :”è un vino molto particolare” poiché non posso dire che non abbia qualcosa di interessante; al naso ha delle note di tiè nero, kombucha, macchia mediterranea, pinoli, salsedine e perfino qualcosa di frutto aromatico. Il problema è che queste particolarissime note aromatiche sono tenute in ostaggio da riduzione e volatile. Vero che la volatile aiuta il sorso e rende gestibile la beva ma senza mezzi termini l ho finita la bottiglia per curiosità e affetto verso l’azienda.

Bianco Bajola in Tiano: Dissonanze enoiche.

La grande domanda è: La ricomprerei (perché a comprarla l’ho comprata alla modica somma di 30€) probabilmente non da solo anche perché da solo si fa grande fatica a finirla. Personalmente io posso passare sopra qualsiasi elemento considerato difettabile se la somma di ciò che trovo nel bicchiere crea agilità e piacevolezza di beva; ma qui di agilità ce né poca: è un esemplare esercizio di rievocazione storica. Questo vino racconta come era il vino mille anni fa, nel medioevo, ha tutti gli elementi per essere coerente con quella parte della nostra storia e per tale motivo è assolutamente da conoscere almeno una volta. Solo che di quel tempo non vi racconterà le corti dei cavalieri, il dolce stil novo l’amor cortese; vi racconta invece l’oscurità, i miasmi, i colpi di tosse notturni, la paura per la fine del mondo e il “pentitevi dei peccati!”

In questa maniera potete capire questo vino, spogliandovi dai vostri panni, non cercando la piacevolezza, agilità il bello; fatto sta che dopo tre giorni che l’hi bevuto io ce l’ho ancora in testa e avevo paura di scriverne poiché sicuro che attirerò i vaffanculo sia dai vinnaturisti che dai convenzionalisti ma detto ciò esperienza contemporaneamente sia da fare che da non fare.

Quindi tirando le somme volete un bicchiere buono e bello? andate altrove.

Volete bere un esperienza che si basa sulla difficile interpretazione e sul superare limiti organolettici inoppugnabilmente al limite ? allora fa per voi.la verità è che così come esistono dei gioielli di beva eleganza e bellezza è sacrosantamente vero che esitono anche dei mostri! Questo vino è un mostro oscuro, sta a voi decidere se siete pronti per esorcizzare quella scuola di pensiero che vede il vino o buono o cattivo o siete abbastanza guerrieri da poter determinare nuovi aggettivi. io dopo averlo bevuto sono in fortissimo dubbio, ma un dubbio che secondo me fa crescere la propria capacità critica; se invece però volessi un bicchiere emozionante, dinamico, scorrevole …… sto cor mio fa tu tu ta ta ta

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3 commenti su “Bianco Bajola in Tiano: Dissonanze enoiche.

    1. Bajola, nel panorama italiano è davvero uno dei produttori più particolari che puoi incontrare . Vini certamente difficili all’inizio ma che se approcciati come una narrazione storica ti lasceranno basito. Considera che per me è stato forse il vino che mi ha cambiato la vita con le sue durezze e con i suoi estremismi .

  1. Mi sento come i produttori di quel vino, con la differenza che loro hanno saputo far tesoro dell’esperienza, per me è tardi comunque sono molto curioso credo che lo assaggerò volentieri! Grazie!

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