Un Cabernet del passato millennio.
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Kellerei Cantina Kaltern campaner 1999 riserva Cabernet Sauvignon Sudtirol! Basterebbe questo a fare risuonare le hells bells!
Esistono tanti diversi strati di mal tempo.
Alcuni si abbattono sulle lande e altre sono profondamente dentro di noi .
Nessuno ne è immune, prima o poi dovremo arrenderci alla pioggia o alla malinconia o semplicemente alla più profonda autocommiserazione: siamo fatti così .
Provate a immaginare lo stato d’animo che si può provare quando nella penombra della sera decidete di far suonare un vecchio, bellissimo disco di Miles Davis e Coltrane. Serate in cui il Blue Mood va coltivato .
É in giorni del genere, quando lentamente la vita e le paure del subconscio rosichiamo via il calore della gioia e ti lasciano esposto al suono di un sassofono che estraggo dalla cantina qualcuna delle bottiglie più preziose che ho …
Come per esempio : Un Cabernet del passato millennio direttamente da quella ormai piccola scorta di bottiglie che il mio babbo accumulo negli anni 90.
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Sono balsamo per l’anima soprattutto quando quel quantistico e casuale fattore che si chiama CULO ti fa stappare una bottiglia che nonostante 21 anni dalla vendemmia è semplicemente splendida. Piccolo fattore bonus, cantina di cui non sapevo molto essendo la alto Adige sempre lontano dalle scelte che usualmente faccio ( spesso per umana pigrizia) quando scelgo il vino.
Incastonata nel tempo come autumn in leaves di Coltrane
Un rosso tendente al mattone lievemente opalescente e torbido .. un po’ come guardare lo Stige che è in noi .
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Il naso è la fotografia di quel momento in cui non sei ne giovane ne vecchio! Le promesse di gioventù si sono scontrate contro l’oggi e abbiamo miseramente perso. Eppure nonostante ciò siamo vivi e ormai più saggi e maturi .
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21 anni hanno abbassato il tenore alcolico regalando in esperienza in cui l’alcol è marginale: non c’è più foga o violenza ma la dignitosa eleganza di tutti i giorni. Uno dopo l’altro cadono per terra i nostri timori come foglie d’autunno. Suona John fammi sentire come quelle mattine alle 6, quando siamo svegli senza sapere perché e abbiamo bisogno di guardare l’oscurità .
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Un Cabernet del passato millennio
Una bottiglia che mi ha scosso fin al profondo, che mi ha fatto venire voglia di accarezzare le mie paure e le mie debolezze umane. Sono zombiwine? O sono Giuseppe ? Dove mi porterà vivere in questo mondo che sembra finire ? Sarò mai come questa bottiglia? La verità è che ci riempiamo la bocca di migliaia di cazzate, ma quando siamo nei nostri letti dormendo male per gli incubi, ancora cerchiamo nella notte il nostro peluche …. I grandi vini ci risvegliano quei ricordi e i grandissimi …. Beh finite voi la frase … Per me sono come quel peluche .
Alla fine bere un grande vino rende unica una Domenica che altrimenti poteva passare via come una folata di vento; una bottiglia che ha soffiato dentro casa un cumulo di foglie arancioni e mi ha fatto sentire un po’ meno solo.