Villa Le Corti Chianti Classico DOCG
E’ un ora che, mentre Chat Baker racconta una triste storia in sottofondo sono immobilizzato e impietrito con la penna in mano: Blocco dello scrittore? peggio senso di inadeguatezza!
il punto è che esistono vini che ci irretiscono perché sono mostri sacri dell’enologia, immagino la mia crassa ignoranza se avessi dinanzi un Petrus: resterei come un boccalone e cercherei di impapocchiare un post alla bene e meglio.
Invece ci sono vini che ci lasciano basiti per la storia di chi li fa ed è il caso di questo Chianti Classico docg, figlio di un albero genealogico antico mille anni.
Se il jazz però mi ha insegnato qualcosa è che la melodia va ricercata fra le note e le dissonanze e non per forza attraverso l’armonia. L’unica cosa che posso fare è dirvi: questo vino è prodotto da Duccio Corsini, attualmente, alla guida della azienda vinicola.
Come potete leggere da voi , questa Famiglia ha una storia piuttosto importante, invece di raccontare castronerie vi invito a visitare qualche buon testo di storia e il loro sito: da questa combinazione capirete più di quello che potrei raccontarvi io gonfiandomi della mia “rosposa”ignoranza.
Villa Le Corti Chianti Classico DOCG
La bottiglia che ho aperto ieri sera era figlia dell’annata 2016, prodotta nella tenuta Villa le Corti, a San Casciano (Fi).
L’Aazienda vinicola “Principe Corsini” è divisa in due tenute, una che è quella che vedete in foto che è quella nel Chianti Classico e produce vini tradizionali mentre l’altra chiamata “La Marsiliana” produce vini di respiro più internazionale in Maremma.
Il nostro Chianti classico è Composto per il 95% da Sangiovese e per il 5% da Colorino e già qui tiro su un sospiro di sollievo: è quello che amo! il macrocosmo Chianti Classico \ Chianti è un mondo complesso dove si rischia di dire fesserie quindi prima di parlare sono andato a leggere tutto il disciplinare (non da Wiki).Mi interessava capire quali uve erano utilizzabili nella produzione di questa docg, saperlo era per me fondamentale per chiarirmi una serie di nebulose che avevo nel cervello.
Come dire, prima di parlare sono andato a sincerarmi delle mie stesse idee.
Premesso che il Sangiovese è il vitigno principe difatti il disciplinare del Chianti classico prevede la possibilità di utilizzarelo sino al 100% ; è tuttavia possibile usare altri vitigni a bacca rossa, idonei alla coltivazione nella Regione Toscana, fino ad un massimo del 20%.
La lista di questi vitigni consentiti (che trovate sul disciplinare) ne comprende alcuni autoctoni come il colorino, il cannaiolo, il pungitello o il foglia tonda (e una volta anche trebbiano e malvasia) ma altri come il Merlot o il Cesanese D’affile, il Malbech o il Tempranillo meno tradizionali. Questo unito alla scomparsa in disciplinare della possibilità di utilizzare anche vitigni a bacca bianca (come era tradizione) ha un pò snaturato l’anima intrinseca di uno dei vini più famosi d’Italia.
Se il Chianti Classico è Chianti Classico deve essere se stesso, io personalmente posso accettarlo assieme alle sue sotto sezioni geografiche purché però ci sia un senso per fare vino e non per fare bottiglie o il rischio di perdere dignità e riconoscibilità è dietro l’angolo.
Ma fortunatamente la scelta per la realizzazione di questo vino ha seguito la strada della tradizione creando così un vino che oltre ad emozionarci ha anche la possibilità di mostrarci una interpretazione chiantigiana rispettosa della nostra nobile tradizione.
Villa Le Corti Chianti Classico DOCG
Le Corti Chianti Classico Docg 2016
Quello che mi è piaciuto molto di questo vino è la corrispondenza naso bocca, la sua integrità e la sua verità.
Per me il Chianti classico (le declinazioni geografiche anche ) è un vino che ha infinte declinazioni e possibili espressioni sia geografiche sia ampelleografiche: un pò come nel jazz con un numero di note (o di vitigni autoctoni )che su carta potrebbero sembrare poche si riesce a creare una storia sempre unica e diversa ogni sera (annata).
Il Colore è un bel Rosso luminoso e trasparente non troppo carico e non troppo denso , insomma il colore è come deve essere.
Il naso di questo bel chianti è croccante, autentico e veritiero: si apre con il suo frutto rosso piccolo ciliegia e forse ribes per poi sviluppare una bella nota balsamica netta e pulita di scatola di sigari e note mentolate, chiude con una bella nota di cioccolato e un filo di caffè: e già qui basterebbe a definirlo per quello che è ovvero una interpretazione coerente al territorio.
Non c’è legno ma solo cemento che aiuta a dare trama all’abito ma non pesantezza, non lo ingessa in una struttura irrigidita dalla forma ma anzi crea dinamismo. La scelta del cemento è una scelta che a me piace molto; non sono un enologo e quando parlo tecnicamente spesso dico fesserie, ma la mia impressione è che il cemento aiuti il vino ad avere una maggiore messa a fuoco.
Personalmente questo è uno dei nasi che mia spetto da un buon Chianti perché è precursore dell’assaggio che per me deve essere come la tromba di Miles Davis con tannini presenti ma non soverchianti, ben amalgamati con la sua struttura; fresca e vibrante l’acidità rinfresca e armonizza il sorso .
Un vino come questo non è ne antico ne noioso, ha carattere , spessore e bellezza ed è questa la cifra stilistica che cerco in questa tipologia di vino, onestamente non sento la necessità del Merlot, non ne escludo l’utilizzo ma per fare un altro vino (con buona pazienza di chi lo ama così sono contenti tutti). Io voglio un Chianti che sia così, è il migliore che ho assaggiato? Non lo so! sicuramente è autentico e già questo mi da fiducia e tranquillità poi le liste top 10 lasciamole ad altri.
Cosa resta da dirvi? si dove acquistarlo: il sito del Principe Corsini ha un e-commerce questo vino costa 12,4€ se volete prenderne una bottiglia io vi consiglio di farlo, ma badate bene siccome Zombiwine è un blog libero e indipendente io non monetizzo dalle vostre compere quindi fate un pò quel che vi pare, il mio comìnsiglio non viene da un interesse personale ma dal fatto che reputo questo vino un bel esempio di ciò che è.
E come al solito : buona Apocalisse.
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Questi articoli, ben scritti , con una vena di grande originalità’ letteraria , e buona competenza enologica , sono veramente attesi, credo che questo giovane , dovrebbe amplificare le sue potenzialità’ e farsi conoscere di piu😀