Tenuta Spuches Badalarc Etna bianco!

Tenuta Spuches Badalarc Etna bianco!

I più attenti di voi si ricorderanno del progetto Winerasmus a cui ho partecipato a Natale .

Nato dalla mente della mia amica Ely \ Eliana, è un modo per far conoscere e conoscere cose nuove: consiste nello spedirsi con una persona sorteggiata 3 bottiglie e vedere un pò cosa ne vien fuori.

Anche se qualche critica su questa idea mi è stata mossa, sono convinto della sua validità al punto che credo di partecipare anche alla prossima edizione.

Dal sorteggio io sono stato messo in coppia con una Siciliana doc Veronica Laguardia Sicilian Winegirl la quale mi ha mandato 3 bottiglie della sua terra.

Stasera vi parlo del primo vino che ho aperto della sua terzina e provo a farlo con uno stile più asciutto del solito.

Tenuta Spuches Badalarc Etna bianco!

Tenuta Spuches è nel Parco dell’Etna, in contrada Rampante a Castiglione di Sicilia, in provincia di Catania.

Situata fra massi di lava e piante di ginestra questa azienda prende il nome dalla nonna e benché produca vino dal 1958, solo negli ultimi anni è diventata una azienda a tutti gli effetti.

Anche se produce una da decadi è dal 2015 è diventata una azienda a tutti gli effetti e produce due vini per un totale di 4500 bottiglie: un a goccia nel oceano..

Il suo vino più rappresentativo è l’Etna rosso l’unico della quale si trova qualche info on line, ma quello che ho avuto modo di bere io è il figlio più piccolo e segreto:

Tenuta Spuches Badalarc Etna bianco!

Tenuta Spuches Badalarc Etna bianco Doc: Caricante, Catarrato

Colore : giallo paglierino piuttosto anonimo, convenzionalissimo. Onestamente è la cosa che amo meno di questo vino; purtroppo gli hanno tirato via parte della sua anima più rurale e animale facendo il classico filtraggio che snatura i vini bianchi trasformandoli in pin up.

Naso: ricco di ginestra e pietra focaia, c’è una nota matura profonda e vibrante che viene fuori dopo parecchio tempo che il vino è aperto, a perfetta maturazione mentre invece quando è appena aperto sembra quasi un vino della Loira con quella sua incessante nota di pietra focaia.

Sorso: ha una citrica acidità che fa spiccare la nota di limone e di fiore bianco su tutto; una volta che il vino è aperto e si scalda le note di agrumi si sposano con quelle di pietra focaia e si armonizza in un bel accordo: seppure trattasi di un vino convenzionale è un vino meritevole di essere bevuto.

Abbinamento consigliato: una pasta con i frutti di mare e in generale un piatto con la sua sapidità marina; la nostra scelta.. focaccia fiori di zucca e alici fatta in casa per non andare in giro.

conclusione: un vino che ringrazio la mia amica Sicula di avermi fatto conoscere; ci si racconta una intensa e diversa storia dell’Etna; probabilmente un pò troppo lavorata per il mio gusto ma comunque un prodotto che racconta la sua storia e il suo territorio.

Il mio pensiero non è negativo, anche se questo vino è convenzionale e quel giallo paglierino mi piace poco è comunque un prodotto di un territorio così incredibile che diviene a sua volta incredibile pure lui.

Sicuramente sul Etna ci sono realtà a me più affini (Etnella) ma non si può vivere con in mente un suo punto di vista: bisogna paziare visto che il vino è curiosità e approfondimento.

Non posso evitare di pensare al mio Vesuvio e metterli in competizione e in questo caso giungo alla conclusione che è un ottimo vino che ha bisogno di un pò di tempo in cantina e tra qualche vendemmia potrebbe divenire un vero fuori classe… vedremo!

Tenuta Spuches Badalarc Etna bianco!

Si lo so che è un articolo meno poetico del solito, ma è une sperimento, ho cercato di raccontarvi un esperienza dicendo meno cazzate possibili

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