Colle Formica: Bug’s Life!
Ci sono storie che cominciano con un passo, altre con una canzone o con uno sguardo in metro…e poi, qualche volta ci sono storie che cominciano col nome di una strada: via di Colle Formica!
Bene, vedete quelle vigne che si vedono dal satellite? Li è dove si trova la piccola e neonata azienda di cui parleremo oggi: Colleformica in quel di Velletri, quindi alla fine di quel incredibile territorio vulcanico che risponde al nome di Colli Albani.
Una famiglia, una casa, una vigna! E il ricordo di un affetto…il babbo!
Colle Formica: Bug’s Life!
Quella di Questi ragazzi è una storia come molte altre, una di quelle piccole fiabe di paese che senza un pò di chitarra acustica in sottofondo ha poco senso raccontare, una di quelle storie che alla fine vedrà inesorabilmente un gruppo di ragazzini scalmanati correre dietro al gatto e una teglia di lasagne ormai vuota su di un tavolo.
Colle Formica è un giovane papà, Paolo, che sorte ha voluto io conoscessi già, difatti a volte passava in tabaccheria; poi grazie a quel mezzo di potenza estrema che è Instagram e la rete ci siamo incontrati con in mezzo la nostra passione: il vino.
Colle formica è un azienda, è una casa di famiglia che si trova sull’omonima strada situata a Velletri 40 km a sud di Roma: praticamente la fine dei Castelli.
Nel 2018 è nata la piccola casa vinicola Colle Formica, da una famiglia che da più di 100 anni possiede e lavora poco più di 1,5 ettari vitati a Malvasia e Trebbiano, con viti di oltre 40 anni. Per il vino rosso e rosato l’uva (Sangiovese) proviene da un vicino appezzamento. Le vigne si trovano all’ incirca a 200 metri di altitudine con una ricchissima terra vulcanica con componete argillosa.
La scelta di Paolo è stata etica e formale: da subito ha abbracciato l’enologia naturale e da sempre ha evitato di dare in vigna prodotti di sintesi chimica; ha sempre creduto più nel lavoro del vignaiolo \ contadino che in quello del chimico scienziato; e quindi, giunto a questo punto, la scelta di vinificare solo coi lieviti autoctoni è stata assolutamente coerente col suo percorso di vita.
Colle Formica: Bug’s Life!
Quattro vini prodotti (due fermi e due mossi) e a questo punto credo sia il caso di guardarceli assieme.
Il loro primo vino è un bianco rifermentato in bottiglia
Colleformica: Formica pazza Gialla
75% Malvasia e 25% Trebbiano. 11,5%
Fermentazione con lieviti indigeni, macerazione sulle bucce per 24 ore, rifermentazione con mosto fiore della stessa annata (anche perché è l’unica in commercio).
Adoro le formiche Gialle, in Australia le mangiavo sempre! Hanno un che di citrico, proprio come questo bel vino “Summer vibes”, bolla grassottella e dissetante…inutile dirlo, finisce in 10 minuti.
Ma questo potete trovarlo ovunque, voi volete sapere come é.
Formica Pazza è un vino semplice schietto e godibile, che allo stato attuale migliorerà vendemmia dopo vendemmia, questo perché hanno preso il vino bianco dei nonni, il vino frizzante dell’osteria dove le carte e i moccoli volavano come api intorno ai fiori.
Quanto sa di Tressette e di schedina del Totocalcio! Questa é una rivoluzione non industriale ma agro-culrurale e perciò si perdona un leggero amarostico sul finale….Anzi, addirittura ci si auspica quella sensazione amara alla fine, perché questa é la prova che il processo di vinificazione é esattamente quello descritto .
Abbiamo finito la bottiglia senza fatica
Per me il vinello frizzantino dei castelli é questo.
Colle Formica: Bug’s Life!
Il loro secondo vino è un rosato rifermentato in bottiglia.
Formica Pazza Roseè è un vino rosato rifermentato da uve Sangiovese, la presa di spuma avviene mediante l’aggiunta di mosto fiore della stessa annata.
Stesso metodo di produzione del bianco precedentemente raccontato, questo è un vino che divide: o ti piace e ti ci ritrovi, oppure levati dalla testa che ti possa piacere; è un vino antico, arcaico e desueto.
Vi dirò una cosa forte: fra tutti i vini di questa azienda questo è quello che berrei meno spesso; è un vino intimista e solitari che berrei con un amico, la notte quando fuori il vento strappa le promesse ai fantasmi . Dovete saperlo abbinare, dovete riuscire a comprenderlo, semplice non vuol dire scontato. Personalmente sono un amante dei mossi rossi e rosati, sono vini che mi entusiasmano laddove ad altri non dicono quello che dicono a me.
Lo capisco, sono vini che spesso hanno una puzzetta di fondo, che però a me piace, mi ricorda l’odore delle case di campagna, dei vini dei nonni e di un certo incedere alla domenica sera dopo che gli anziani erano andati al bar.
Il sangiovese così declinato sta costituendo lentamente una schiera di fan e in futuro secondo me se ne berranno sempre di più, sia a temperatura di cantina sia belli freddi!
Colle Formica: Bug’s Life!
Il loro Terzo vino è Formica Rossa
Un Rosso da uve Sangiovese. Fermentazione spontanea con 8 giorni di contatto con le bucce. Affinamento in vetroresina fino all’imbottigliamento. Nessuna aggiunta di solforosa, nessun filtraggio o chiarifica.
Il Sangiovese prima di Se stesso! Il suo punto di partenza, un vino che è come l’accordo di la minore; tutto parte dal basso e poi va su.
Un bel rosso pallidino e luminoso: il sangiovese ha meno antociani di altri vitigni e non deve essere troppo carico. Nessuna chiarifica ne filtraggio: nel bicchiere un vino bello da vedere e goloso come un cespuglio di more.
Questo vino sa di vino: non vi sto prendendo in giro ha un naso piacevolmente autentico. É un vino genuino e casereccio ma nella più assoluta accezione positiva .
Ha note di frutti rossi, nessuna puzzetta, l’esempio di come deve essere un vino per tutti i giorni. L’esempio di vini che sono fatti seguendo tutti i crismi e che alla fine vengono fuori con quella capacità di abbagliarti senza dover avere una batteria di fuochi d’artificio.
Se fosse musica questo vino sarebbe blues! E il suo sorso: vi sembrerà di mangiare un cestino di more grazie ad una freschissima croccantezza.
Gradazione alcolica di 11.5 %, torna il concetto della quotidianità il famoso bicchiere a pasto: un vino leggero ma non per questo moscio . Questo vino ha croccantezza, acidità ( nuovamente un punto di forza del Sangiovese ) una beva quasi dissetante… Zero solfiti aggiunti.
Morale della favola se aprite la bottiglia, anche da soli, la finite e dovrete dirvi che il vostro bicchiere a pasto era una coppa da un litro!
Che lo so che sembrerebbe ovvio, ma spesso non é così! Una bottiglia che esalta il piacere supremo di bere vino .
Se tenebra é la notte, in essa può esservi gioia e felicità. Questa bottiglia mi racconta non l’urlo strozzato della paura o dell’insicurezza verso un futuro che mi spaventa …
Colle Formica: Bug’s Life!
Pensavate che me ne ero dimenticato? No! Il mio uno preferito l’ho lasciato alla fine: ovvero.
Formica Gialla è un vino bianco nasce da uve di Trebbiano giallo e Malvasia. Fermentazione spontanea con 7 giorni di contatto con le bucce. Affinamento in vetroresina fino all’imbottigliamento. Nessuna aggiunta di solforosa, nessun filtraggio o chiarifica.
Qui siamo Violentemente in quel Velletri che da anni inseguo. Questo è il vino dei castelli nell’eccezione più bella che si possa dare, questo blend di Trebbiano suona come un bouzuki.
Anche se fuori doc, anche se fuori disciplinare vini così sono gli antenati dei colli Albani
Ha il colore dei capelli di una Scandinava , luminoso come Lagaertha , un naso possente, goloso e un sorso che pulisce il palato e lascia spazio solo a se.
Ora ragioniamo un secondo su due cose:
Come potete vedere malvasia e trebbiano confluiscono nel disciplinare di produzione; Ma quale potrebbe essere una interpretazione di questa doc spogliata dall’industrializzazione? quale è il gusto di cui è fatto un frascati? La nota vulcanica diventa una patina di realtà che ti porta nel centro di questo antico vulcano e da a questo vino un gusto, non un naso, ma un gusto meraviglioso!
Questa potrebbe esserne una bellissima declinazione e idealmente per me questo è la beva e il sapore che deve avere un Frascati.
Perche dico questo?
Nel Lazio sta avvenendo una rivoluzione Vin Naturista difatti in tutti i colli Albani stanno spuntando come funghi produttori naturali riconoscibili e non improvvisati che stanno creando un nuovo tessuto sociale del Frascati.
Basta pensare che storicamente i primi furono Cantine Ribelà a Monte Porzio Catone; Piana dei castelli a Velletri a seguire un giovane enologo bravissimo Marco Colicchio. Vignaioli naturali stanno spuntando come funghi dando vita a cantine che prima conferivano uve e oggi fanno la loro storia ! MA questa è una riflessione per un altro articolo.
Oggi il Frascati che per tanti anni è stato un vino che doveva essere tanto a discapita di buono (visto che andava a dissetare le osterie romane che volevano un vino che costasse poco) sta diventando una terra dove qualche gioiello sta nascendo, e questo bianco naturale è tale .
Indi per cui Colleformica è una realtà che mi ha tanto colpito
Portace ‘nantro litro
LA SOCIETA’ DEI MAGNACCIONI
Che noi se lo bevemo
E poi jarrisponnemo
Embe’ embe’ che c’è
E quanno er vino embe’
C’arriva al gozzo embe’
Ar gargarozzo embe’
Ce fa ‘n figozzo embe’
Pe falla corta pe falla breve
Mio caro oste portace da beve
Da beve da beve
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