Magia Umbra!
Non Ho la pretesa di scrivere una guida sull’Umbria, sui suoi ristoranti o su suoi alberghi o sui suoi luoghi esoterici( anche se mi piacerebbe), ho la pretesa di raccontarvi di una fuga: una fuga da Roma e dalla sua oleosa caotici per poter assorbire la luce del sole umbro e l’oscurità della sua notte.
L’abbazia dei sette frati : agriturismo Fratres ho soggiornato qui: nella stessa struttura ci sono due bed and breakfast: il luogo è incredibile.
Una struttura che sembra una scheggia di tempo strappata al lago della quotidianità; un luogo di così acerba e profonda bellezza, un luogo di gentile spiritualità. Bella struttura, buon restauro, qualche piccola disarmonia organizzativa .
Sono sempre stato convinto dell’esistenza di sfere, e di prismi di energia che donano al mondo delle increspature. Per Pitagora si chiamavano monadi:
Entità unitaria, semplice, indivisibile; nella filosofia pitagorica, l’elemento primo matematico dell’universo; accezione ripresa da G. Bruno (1548-1600), che ne fa l’unità indivisibile, spaziale e psichica, in antitesi agli atomi di Democrito; secondo G.W. Leibniz (1646-1716), ciascuna delle infinite sostanze inestese o centri di forza (o di coscienza) che, come unità autonome, costituiscono l’universo. -cit-
Ogni tanto abbiamo la fortuna di incontrare lungo la nostra strada qualcosa di unico e di slegato dalla realtà che viviamo usualmente e da queste increspature della realtà se siamo abbastanza bravi riusciamo a salvare un pò di quella magia che hanno i bambini, quella forza indomita per la quale una sedia è un fortino e un secchio è un elmo.
Questa ex abbazia (indipendentemente da chi gestisca la struttura, è marginale) ha questo potere: anche nella notte più oleosa, con quella sinistra luce gialla che rende tutto un mare di fluorescenza, non è un luogo tetro.
Persino la cripta al tramonto non mi da una sensazione di oscurità, ma di bonaria pace. Qui non ci sono fantasmi e ratti neri, non ci sono bare piene di trasudo e cigoli di morte: qui c’è un luogo di sorrisi luce, riposo, sfere, e creature del bosco che hanno eletto questa ex abbazia a loro personale campo giochi: morale della favola —‘ ho riposato da dio.
Cosa centra tutto questo parlare di energia col vino?
Centra moltissimo perché sono convinto che certe cose siano tutte interconnesse.
Se non fossi venuto qui per caso:
Non sarei stato sul lago Trasimeno,
Ne avrei fatto un rally a Panicale con le sue stradine !
non avrei cenato in un ristorante con una grotta segreta
e sopratutto nei sarei perso la possibilità di conoscere l’azienda vinicola Colbacco e Lumiluna !
Sicuramente un weekend produttivo!
Magia Umbra!
Essendo questo un blog di vino mi limiterò di raccontarvi dei vini Colbacco e di Guido Santarelli
Colbacco è un progetto di recupero di vigne abbandonate all’interno del territorio intorno ai comuni di Mercatello e Marsciano.
Un progetto che vede più realtà collaborare per un idea comune: un idea che ha abbastanza del eroico…. la terra non deve morire!
Per capire questo concetto ci sono delle cose che non dobbiamo dare per scontato: il primo è che l’Umbia pochi anni fa ha subito un distruttivo cataclisma, ricordiamo tutti del terremoto (anzi dei terremoti) che ha fatto danni irreparabili: Norcia scomparve e molte zone dell’Umbria furono divelte.
Ancor prima del cataclisma geologico, le campagne umbre (e se è per questo le campagne italiane) hanno subito l’abbandono da parte di un fiume di persone che hanno cercato fortuna altrove.
Se è facile per l’ominide bipede andarsene, è impossibile farlo per ciò che nonni e padri hanno piantato e quindi Colbacco nasce con l’intento di prendersi cura e di una dozzina di micro parcelle di vigneto che esistono fra Mercatello e Marciano: al più grande delle quale è 1 ettaro e due mentre le altre sono pochi filari magari piantati fra due case, vicino ad un palo della luce.
Magia Umbra!
Perfino la cantina è un esperimento sociale: ubicata in un azienda che produce ortaggi nei campi (biologici circostanti) e che permette la vendita diretta agli abitanti che magari vogliono una zucca o un cavolo, la Cantina di Colbacco è condivisa con l’azienda Lumiluna, una a destra e naturalmente Colbacco a sinistra.
queste due realtà collaborano perché sono le due capacità di intendere il vino , perché i 4 fondatori di Colbacco sono anche in parte lumiluna, semplicemente fanno vini diversi destinati a fruitori diversi, ma entrambi si approvvigionano da quelle vigne di
Sangiovese, merlot, pinot grigio, malvasia e trebbiano che nessuno voleva più, che nessuno aveva più la pazienza di potare, curare e amare.
Non è una frase ad effetto, mentre scattavamo una foto li ho visti discutere per la potatura di un piccolo appezzamento col proprietario, e di fatto queste persone sono custodi.
Magia Umbra!
Colbacco è una neonata, ha fatto d oggi 2 vendemmie ed è uscita sul mercato l’anno corso con i primi 3 vini: un bianco macerato, un Sangiovese rosato e un rosso… io ho bevuto bene e ripetutamente il bianco macerato: Kalima
La mia opinione è che le due bottiglie che ho in cantina me le conservo e le berrò fra un pò, questo perché la prima annata ha una magia unica e questo vino oggi sta migliorando. cambiando in bottiglia in maniera esponenziale: sembra di vedere un giovane musicista che progredisce.
Con una naso complesso di pesca e lavanda si apre e si espande come le note di una chitarra classica in una silente chiesa di campagna abbandonata da anni.
Rosso e Rosato li ho assaggiati dalle vasche:il rosato è già pronto, ed è fantastico
Un rosato che è un monumento a una spetto esoterico del sangiovese: la sua complessità. Un rosato del genere anche se è facile da bere non è ne immediato ne facilone, necessita di cultura e attenzione poiché sono quasi certo che abbia anche la capacità di invecchiare bene qualche anno.
Possiede una acidità vibrante che apre le porte al frutto, e se ne assaggi un sorso.. hai finito la bottiglia.
Infine il loro rosso
Sta prendendo forma: quando sarà in bottiglia sarà un espressione di questo territorio, e solo di questo territorio.
Questo è Colbacco, una progetto che per me è sociale, nato nel negozio della moglie di uno dei fondatori: un luogo che è mille cose assieme, ma prima di tutto è un antro bellissimo
…. Se non ve lo mostrassi non avrei raccontato nulla.
Magia Umbra!
Manca parlare di Lumiluna, che è la parta più classica e di questa narrazione : sono vini buoni, genuini, e anche essi ottenuti dal processo di recupero delle sopracitate vigne, ma il processo di vinificazione vede filtraggio dei bianchi e temperatura controllata.
come vedete ho comprato due bottiglie ma ancora non le ho aperte e quindi mi riservo di scriverne successivamente.
Cosa è che mi rimane da questa esperienza?
d’Umbria dei vini naturali è ampia, cona aziende come Colbacco appena nate e con monumenti italiani come Bea o Collecapretta, con personaggi che hanno fatto la storia dell’enologia naturale (e continuano a farla) e realtà più piccole che da poco hanno preso la decisione di indicarsi in quel modo.
Tiberi, il Signor Kurtz, e Colbacco creano un enclave specifica, mentre altere aziende operano in luoghi diversi; quello che però mi sembra di percepire è l’assoluta dinamicità dell’Umbria che ne esce non con le ossa rotte dopo un terremoto, ma ne esce fiera e proba di quante realtà coesistono e rendono grande questo mondo.
Mi si permetta però una provocazione; come sapete io non considero una sola realtà o una sola verità come il Dogma: mi piace esplorare sempre le diverse fazioni.
Questo nuovo millennio ha portato con la tecnologia la possibilità di interessarsi al lavoro di persone che hanno scelto di continuare a lavorare come le generazioni passate hanno sempre fatto.
Collecapretta piuttosto che Tiberi sono realtà multigenerazionali che hanno operato la scelta di salvaguardare il mondo in cui vivono.
L’umbria ha tra i suoi vignaioli anche persone come Bea che hanno fatto in modo di stratificare il loro lavoro. di creare non un marchio ma un interpretazione (Sagrantino e Trebbiano come monumenti) ; ed è forse per questo motivo che oggi se decido di comprare umbro mi rivolgo a realtà del genere piuttosto che ai nomi che conoscevo quando avevo 20 anni.
Non mi vergogno di aver bevuto tante tante Cervaro della Sala (ne di riassagiarlo) o i Sagrantini di Caprai, quel bere mi è servito per capire e formarmi una visione critica e non è un caso credo che oggi questa regione veda giganti e non pigmei dell’enologia!
Ovunque ci giriamo ci sono vini superbi e supremi! materici o esoterici! comunque vogliamo metterla d’Umbria potremmo berne mesi e poi solo allora iniziare a farci un idea.
Colbacco è una realtà giovane che si farà le ossa piano piano, vendemmia dopo vendemmia; io ho la fortuna di esserci oggi e di vedere e di toccare con mano quanto di bello sta succedendo nel centro Italia…. Tutto grazie ad uno splendido weekend e ad un’abbazia dove invece che i fantasmi vi sono i miei pensieri.
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