La Notte delle streghe!

La Notte delle streghe!

Poco importa se ti sei perso nel bosco di notte, poco importa se ci sei andato di tua spontanea volontà. Si narra che in alcuni giorni dell’anno (circa una volta al mese) nel più profondo cuore della foresta, streghe, stregoni e non-morti si riuniscano per celebrare un antico rito: la blind night!

Ancora più peccaminosa di un Sabbath! Ancora più depravata di un rito di evocazione! In questa malata notte, un gruppo di degeneri appassionati del frutto di Bacco si incontrano e bevono bottiglie seguendo un minimo comune denominatore.

Questo mese la compagnia dei ladri di ossa si è incontrata in un bosco speciale: un luogo segreto di Roma chiamato Magazzino Scipioni, per un incontro che celebrava primavera, rinascita e femminilità: una blind dedicata ai vini Rosè.

A seguirci in questo viaggio: Lo chef Valerio Mattacini, Alessio Giamperardini in sala e Valentina De Angelis come abbinamento Cromatico!

La Notte delle streghe!

Il primo vino in degustazione era una bollicina e l’anima che l’ha scelta è la nostra viaggiatrice Julia Oren.

La sua malia è l’illusione e proprio come una illusionista che ti fa credere ciò che vuole lei, il suo vino si è comportato come un vecchio lestofante: un cremant del Jura del produttore Jaques Tissot .

Una bollicina molto particolare che rivela essere adatta al gusto di tutti; una bollicina che strega subito, al primo sorso, e t’inganna lasciandosi credere un prodotto con i blasoni, magari pagato ad un prezzo decisamente importante!

La cucina dello chef Valerio Mattacini (sentirete parlare sempre più spesso di questo smilzo interprete dei fornelli) ha risposto a questo vino realizzando una polpetta di manzo, maiale e piccione…sublime!

La Notte delle streghe!

Secondo vino, secondo incanto. Gentilmente estratto dal cilindro, come un inaspettato coniglio, dal Magazzino Scipioni è venuto fuori questo bel rosa di Leon Faller. Vino piacevole e di facile beva, racconta come il pinot noir possa anche essere un vino da stanza rosa, crinolina, risate, primavera sull’erba e un bacio del sole.

La gastronomia, sempre attenta, ha mandato un piccolo tagliere con un formaggio meraviglioso e un salamino artigianale da urlo.

Solo un attimo, un dolce respiro prima di tuffarci in un vortice di deserto e sabbia rovente! Alessandra, al secolo Wineontheroad e Francesco, ribattezzato “l’etichettatore ermetico”, come due contendenti dell’ignoto, si sono sfidati (senza preventivamente saperlo) a un singolar tenzone fatto di vini dell’Etna.

L’Etna, il vulcano, la lava, il fumo che sale dalla terra, quale luogo migliore per essere la porta verso l’under world? Beh, questi due vini dimostrano assoluto nerbo e cazzima a go go! Ci siamo immersi tutti su note odorose minerali e su vini dalla meravigliosa beva.

Chi erano i produttori ? Presto detto (e scritto)!

Barone Villagrandeper la nostra Alessandra, lei che intesse i fili con le Parche e insegue gli oscuri flussi dello Stige!

Questo rosato si fa riconoscere per armonia e equilibrio, consapevole di essere una bottiglia adatta a tutti.

Il secondo Etna invece era Girolamo Russo, Nerello mascalese rosato da uve biologicamente coltivate.

Francesco è un esteta, il nostro Dorian Gray, sempre attento alla forma ma anche libero dai preconcetti della moda; la sua scelta è stata quella di un vino da macchina coupé.

Meravigliosamente abbinato ad un risotto all’ortica!

La Notte delle streghe!

Pensavamo di essere usciti più o meno indenni dall’eruzione del vulcano, ma mancava un ultimo raggio di fuoco! La nostra Animum Debes Mutare Alessandra, studiosa di incantesimi e formule antiche, ricercatrice di vecchi tomi scritti da pensatori ormai quasi dimenticati (e l’unica persona che io conosco ad aver letto per intero la trilogia delle Sfere del filosofo contemporaneo Peter Sloterdijk) c’ha stesi tutti!

Abbazia San Giorgio Cloe!

Un vino dalla nota aromatica incredibile! Naso bomba e sorso che ti scende fin dentro le scarpe. Non vi nascondo che ho un amore particolare per questo produttore. I suoi vini, i suoi Orange, la sua vena creativa di interprete del territorio di Pantelleria ha assoluta preponderanza su qualsiasi altro vino presente fin a quel momento.

Questo vino è “la prima volta che vedete lei vestita da sera”, bella, sorridente, e voi con la macchina pulita, credete che il futuro sarà meraviglioso perché, proprio in quel momento, mentre lei si avvicina a salutarvi, voi avete deciso: diverrà vostra moglie! E quel profumo, non te lo levi più dalla testa!

Questo per mè è Cloè; un vino che non fa prigionieri, un vino che non chiede scusa, un vino che vi mette la sua pelle in volto e poi siete voi a dover dimostrare qualcosa. Mi sa che è meglio che vado oltre…. Che cazzo di vino!

Abbinamento? Pollo con latte e mandorle…. da urlo anche qui! Valerio ha creato il piatto espresso dopo aver assaggiato il vino. In pochi secondi d’assaggio, ha tirato fuori una combinazione degna del miglior Piton della storia magica.

La Notte delle streghe!

Andiamo a terminare? Mancano due vini che ho deciso di raccontare assieme.

Due bottiglie portate una da me, e una da Manuela, Fatamorgana, due bottiglie che come il cremano del Jura scelto da Julia, sono state acquistate da Magazzino Scipioni.

Chateau Vignol clairet il primo e il secondo, prodotto da Champagne Gallimard,è un vino stranissimo e quasi sconosciuto ai più, ovvero il Rosè des Riceys 2011.

Queste due bottiglie hanno visto a confronto i caratteri di due persone, ovvero il mio e quello della mia amica Fatamorgana… quasi una Chanson dou troubadour con al centro due figure meravigliosamente tragiche!

Il vino di Fata è un Chiaretto, una tipologia di vino ormai scomparsa o quasi scomparsa; il suo è un racconto di Bordeaux prima dell’avvento della moderna visione di quel luogo. Un vino austero, meravigliosamente granato e depositario di una immensa sapienza in se.

Questo vino racconta cosa viene prima dei rossi di grande struttura; questo vino racconta come su di una strada di campagna possa ancora esistere un uomo che parla alle pietre; e noi lo ascoltiamo questo canto, poiché sappiamo che non è un canto funebre: ma anzi, un’ode alla memoria!

Questo era Bordeaux! Questi sono i vini che gli inglesi bevevano durante l’età Vittoriana, nelle grandi magioni degli ultimi duchi! Questo è il vino che veniva servito mentre si parlava di questa oscura e assurda guerra di trincea che un secolo fa ha cambiato il volto dell’Europa. Fata ci ha guidato su una strada fatta di passato; perché se non si sa da dove veniamo, non si può sapere dove stiamo andando.

La Notte delle streghe!

Ed infine c’è il mio; ed in fine ci son io, ed infine… un vino che quasi non esiste!

Cerco di spiegarvelo. In Champagne c’è questa piccolissima doc dove è coltivato il pinot Noir usato prevalentemente negli assemblaggi degli champagne. Tuttavia narra la leggenda che, durante l’impero del re Sole, alcuni operai di Des Riceys avessero portato a corte questo Chiaretto e il re se ne fosse perdutamente innamorato.

Un pinot noir cristallino e luminoso come un topazio, dal naso complesso e imprevedibile; un vino che sicuramente ricomprerò perché voglio berlo ancora.

Dimostrano, questi ultimi due vini, quanto sia labile il confine tra rosso e rosa. E quanto noi a volte poco ne sappiamo!

Un vino del 2011, quindi un rosato con nove anni sulla gobba, eppure non un filo di stanchezza; un vino che si lascia bere per il piacere di bere e per la gola di assaggiarci vicino un pezzettino di brasato o un risotto al piccione (Chef Mattaccini docet).

A questo punto i vini ve li ho raccontati e le foto le avete più o meno viste. Cosa resta del passato oltre una 127 blu? Nulla resta, se non il ricordo di un bellissimo Sabbath che a giugno verrà replicato! Non sappiamo ancora dove o come, ma sappiamo già il tema.

La prossima volta si parla di bolle in ogni forma e concezione.

Come sempre…Stay tuned che ne vedrete delle terrificanti e grazie per essere sempre disposti a seguire Zombiwine, l’unico blog che se non lo segui…morde!

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