Polibibite e vecchi vini
Polibibite e vecchi vini.
Parassiti e cattive idee mi frullano in mente come piccole note su uno spartito, come un viaggio fino al mattino.
Come parlare tutto il tempo da solo e ricordarsi solo alla fine che la voce che senti risponderti è la tua.
Fuori il vento soffia forte e il mare ruggisce, lo vedo dalla finestra e seppure stanco ho bisogno di muovere i miei pensieri lontano da me.
Apro la porta di casa e scendo giù in cantina.
Mentre sono in ascensore ripenso alla notata appena trascorsa; ho fatto tardi fra gin e old style Cocktails molto ben eseguiti.
Raffaele ha un locale chiamato Fuori bottega ed è bravo, è molto bravo; sa il fatto suo e sa di saperlo.
Raffaele non sa se ciò che serve è di moda o no, a lui non interessa: lui in questo è come me…… un sogno Autarchico
Prepara random bevande che forse posso definire Futuriste e dove l’elemento portante è sempre il profumo e gli oli essenziali.
Drink antichissimi: bevande di un tempo ormai passato quando si mescolavano cose ormai scomparse come l’eucalipto, la lavanda gli odori dei campi o il fuoco.
Sono bevande molto pericolose perche fanno chiacchierare, e solo io so quanto ho bisogno di chiacchierare! In quel piccolo locale sembra racchiudersi tutta Torre annunziata: le chiacchiere volano e le ore corrono.
L’alba eccola e io sono ….
L’ascensore si apre e finalmente sono in cantina.
Sbadiglio, ho dormito veramente poco e si vede ho un aria veramente sfatta; altro che notte dei morti viventi qui siamo ad altissimi livelli di zomberia.
Inizio a spulciare le bottiglie che ho; ho voglia per pranzo di un vino interessante qualcosa di solido, che mi aiuti a finire direttamente al lunedì; visto che sto sulla strada giusta per fare come diceva Vasco: oggi non ho tempo, oggi voglio stare spento.
Polibibite e vecchi vini
Tiro fuori un po’ di bottiglie e mi rendo conto che è passato tanto tempo da quando quelle bottiglie furono comprate: in tutta la mia vita da adulto sono rimaste li al buio e solo ora io sto facendo qualcosa per dargli un valore.
Poi vedo lei, timida è un po distaccata dalle altre; se ne sta per i fatti suoi e non vuole troppo essere infastidita; sta li e sembra dire
-se proprio devi prendimi ma non rompere il cazzo con duemila pipponi… io ho da fare –
Inutile dirlo: ho scelto lei sarà la mia bottiglia ora dobbiamo solo portarla in casa.
Chiudo la cantina, tutte le altre (ormai poche) bottiglie tornano a dormire; spengo la luce e tutti a nanna.
Mi ridirigo verso l’ascensore e nuovamente il mio pensiero torna alla mia interiorità: perché mai seguo questo percorso?
Perché mai sono ciò che sono?
Me ne curo poco, schiaccio quel pulsante e salgo a casa.
Prendo un panno umido e pulisco con calma la bottiglia; non voglio che la polvere sporchi la tavola poi sorrido al ricordo di chiacchiere e gente allegra tutto e connesso tutto gira e rigira come una ruota e noi possiamo solo cavalcarla sperando di non finire in terra.
Bene ora posso dirvi che bottiglia ho scelto
Arnaldo – Caprai Sagrantino di monte falco 1995.
Un ottimo produttore e una bottiglia su cui ho molte speranze; perché vi dico ciò?
Questa bottiglia aveva una sorella che ha vissuto un bellissimo giorno di Pasqua di circa sette anni fa, a memoria era ottima.
Vediamo che cosa è successo in questi anni ; sicuramente io sono invecchiato in sette anni; all’epoca ero ancora un ventenne e oggi vado lentamente verso i l’ultima fetta dei trenta.
All’epoca da poco lavoravo in Tabaccheria e vivevo ancora tre case fa; sono un nostalgico e però non posso fare a meno di fermarmi un attimo. Non dico una lacrimuccia però i ricordi mi invadono!
Sono posseduto come Samara in the ring, o come Emily Rose: il mio demonio si chiama ricordo.
Polibibite e vecchi vini
Per arginarli cerco di darmi dei compiti e così prendo bottiglia, cavatappi e bicchiere e vado sul terrazzo per fare un video in diretta del’apertura della bottiglia.
Ma non basta; i ricordi sono li pericolosi e contaminanti e se attaccano in gruppo sei finito; se sono ciò che sono lo devo a quello che ho vissuto l’anno scorso: l’ospedale.
Il mio interminabile calvario col mio cuore rotto! Mi impongo però di andare avanti.
Play il video comincia e a quel punto sono Zombiwine e non posso più farmi rapire ne dai miei cocci ne dalle mie cattive abitudini.
Aprire una bottiglia di ventitré anni è difficile; perché i sugheri nel tempo si sono indeboliti e il rischio di spaccarlo o di sbriciolarlo è sempre dietro l’angolo.
Ma io ho un arma segreta! Ho repop il mio cavatappi lamellare, e con quello non spacchi più un sughero! Per lui questa è la prova del nove, se sconfigge questo allora posso tutto!
E ce la fa!
Non ci sono dubbi; riesco a stapparla senza alcuna fatica e il miracolo è avvenuto! Per la prima volta stappo una bottiglia ventennale senza ansie.
L’ansia la mia più cara compagna; quella sensazione che mi accompagna da una vita è sempre li; uno prova a anestetizzarla, ma non c’è verso! Puoi pure fare tardi bevendo Polibibite e vecchi vini ma lei torna sempre ed è sempre più forte di prima .
Versiamo un goccio di vino, vediamo come si presenta: il colore non è limpido; ci sono micro particelle in sospensione che mangiano la luce e lo rendono opaco, spento, ma vogli dire è normale.
Già che il tappo abbia retto bene è una cosa buona; e vado a girare il vino nel bicchiere e annuso: qui si decidono le sorti della battaglia, qui o la va o la spacca.
Non sa d’aceto! Non sa di marsala! Non sa di puzze o difetti! Anzi…. Sa di frutta , di funghi bagnati, di carbone ; ha l’odore di certi pomeriggi piovosi quando, dopo che ha smesso, uscendo all’aria aperta si sentono le mille note della terra bagnata e del bosco.
Non è un vino stanco, non è un vino in affanno: ha un grande naso e sa di averlo, resta un ultimo dubbio come sarà il gusto?
Assaggiamo…….
Una persona che, dopo una festa o un evento particolarmente lungo e anche faticoso, torna a casa all’alba stanca e lentamente si sveste.
Via i profumi, via i vestiti, via tutto: resta davanti allo specchio guardando la sua nudità!
Come certe albe quando ti trovi dinanzi a uno specchio nudo e non hai scuse: sei solo tu e dinanzi a te, riflesso ci sei nuovamente solo tu.
Così è questo vino: spogliato dall’eleganza che prometteva al naso; una sferzata tannica e concentrata che dimostra il vero animo e indole di questo bellissimo vino.
Burbero e silenzioso parla poco e racconta una storia fatta di legname e d rumori notturni, fatta di poche dolcezze; sicuramente una sua spinta ed estrema struttura che in ventitre anni si è svestita di ogni fiore di gioventù. Quì non c’è seduzione, è la stessa bellezza di un vecchio nudo, è la stessa bellezza di una persona che improvvisamente capisce che ogni giorno sta sparendo e ha solo una cosa che può salvarlo:
Vivere! intensamente ! le sue passioni!
Perché dietro quella tannicità dietro quel culo ossuto, c’è una dolcezza che lentamente compare e in quel momento capisci che vino immenso sia questo Sagrantino e che persona incredibile tu sia! perchè fra miliardi di uomini e donne oggi la vita ha scelto te e solo te e allora guardi il mare e senti il vento e nonostante il mal di testa e il poco sonno tu sei vivo!
Polibibite e vecchi vini
Giungo alla fine del mio racconto, non più shottini di strani liquidi, non più polibibite e vecchi vini per me ora l’unica cosa che voglio e salutarvi o amici miei: sono stanco, molto stanco da una giornata vissuta come non ho fatto mai.
“Vivere
È passato tanto tempo
Vivere
È un ricordo senza tempo
Vivere!
È un po’ come perder tempo
Vivere e sorridere dei guai
Così come non hai fatto mai
E poi pensare che domani sarà sempre meglio”
Uno degli articoli più belli!
Il vivere intensamente una vita e una sola rende il cuore poeta !
Il poeta e colui che vive? io non lo so! intanto bevo 🙂
grazie