La prima volta..
La Prima volta che ho sentito parlare di vino naturale fu qualche anno fa quando trovai su di una rivista (all’epoca si leggevano cose stampate sulla carta!) uno strano nome: Josko Gravner.
L’articolo raccontava di un tizio che in provincia di Gorizia produceva vini come si faceva anticamente in Georgia: invecchiandole nelle anfore di terracotta e senza uso di qual si voglia artifizio chimico!
Scoppiai a ridere molto molto forte: le anfore! Che follia ! Quale stupidaggine! Stiamo tornando a fare i Vini come i Fenici! Di questo passo si ricomincerà a fare i vini spremendo l’uva coi piedi.
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Segue un quarto d’ora di parolacce.
Beh, che volete, io Zombiwine: sono un morto decomposto, mi nutro delle carni dei vi(ni)vi insomma qualche volta anche io dico delle stupidaggini.
Oggi i vini naturali sono una realtà \ setta \ entità e di fatto hanno costituito un segmento di mercato a se stante, con le sue regole e con i suoi eroi e in mezzo a tutto questo, vini molto buoni e vini incredibilmente cattivi.
Ma voi sapete che cosa vuol dire vino naturale?
Perché questa domanda così semplice ha tante tante risposte! E io le ho sentite un po’ tutte.
Se facciamo un giro in rete la prima cosa che balza all’occhio è questo dato:
Breve lista di sostanze chimiche e altre amenità!
Capite, questa è la differenza se ragionassimo solo per chimica o per interventi, ma siccome questo blog si pone il compito di ragionare in maniera diversa dalla massa, vi mostro il mio punto di vista: sperando che l’orda lo condivida.
Conscio che quanto segue mi causerà più di un vaffanculo:
Per me prima ancora che di parlare di vigna e di vino bisogna parlare della cosa più importante: il vignaiolo.
Chi è costui?
L’uomo che decide di curare una vigna per ottenere un risultato; questo è il vignaiolo e ha il sacrosanto diritto di farlo come meglio crede.
Sta a noi poi decidere se comprare o no i suoi vini o se accettare che un vignaiolo possa essere al servizio di una multinazionale che produce milioni di bottiglie in giro per il mondo o debba essere un nonno che cura un fazzoletto sui monti di Piacenza: come gira la ruota tutto parte da li, dal vignaiolo.
Questa figura mitica plasma una pianta che di fatto è tale solo con l’ausilio dell’uomo visto che, se presa e lasciata cadere, l’uva non si trasforma naturalmente in bottiglie di vino.
Il vino esiste perché c’è l’uomo a farlo!
L’uomo pota la vite, cura il raccolto, pigia l’uva, decide dove farla fermentare, come farla invecchiare, quando imbottigliare etc…
Ma allora cosa è questo vino naturale?
Il vino è vino.
Si può scegliere di farlo come più ci aggrada ma il vino è vino!
Quindi andiamo a veder quei produttori che fanno vendemmie jazz: senza effetti, senza chimica aggiunta, mantenendo al minimo o nulli gli interventi in cantina, quelli sono produttori naturali.
Lo so che per il mondo intero non è così semplice, eppure il fine ultimo dovrebbe essere l’esperienza di beva non per forza positiva o negativa, ma intesa proprio come esperienza.
Un vino può essere piacevole e in quanto tale ricercato da molte persone: vini beverini che si accompagnano a persone che vogliono bere un bicchiere e fottersene dal sapere se ci sono o no solfiti.
Il mondo è pieno di sedicenti professionisti che ingollano vino rossi iper tannici e iper pompati: vini le cui vigne sono sommerse di merda e che alla fine sono fatti anche con l’uva.
Ma poi, io ne vedo tanti, ci sono anche persone che vogliono bere vini emozionanti: vini complessi, vini che parlano e questi vini non sono mai convenzionali, sia per contenuto di fetenzie sia per risultato.
Infine ci sono i jazzisti, gli archeologi, gli antropologi, i botanici, o i zombiwine del vino, quelli che cercano sempre qualcosa di proprio e personale nel vino.
A questi si rivolgono tutte quelle aziende che, avendo scelto di fare vino senza preservativo (nel senso di condom), ogni vendemmia cercano di tirare fuori dall’uva una storia, una terra, un racconto.
Gente che macera! persone che rifermentano! uominiche vivono nelle anfore! esseri che lasciano un vino trent’anni prima di imbottigliarlo nelle vasche! vignaioli che pestano coi piedi! viticoltori che fanno vini da beve e poi se li bevono! Che se rotta il cazzo delle pubblicità e de tutte le stronzate de sto mondo de merda.
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Vi racconto solo un aneddoto
mi sono fatto una domenica 150 chilometri per andare a Vitorchiano, un paesino sotto Viterbo, per comprarmi dodici bottiglie di vino fatte dalle monache di clausura che nella vigna non ci mettono nulla e nulla mettono in cantina.
Fanno il vino come …. Come Cristo comanda e sto vino è emozionante e a me mi emoziona (volutamente errato perché rafforzativo di un concetto). Questo vino ha i difetti dei vini dei nostri trisavoli, ma è grazie a questi difetti che tira fuori odori e sapori che non sono da giallo paglierino ma da vita dedicata. Quando lo bevo si apre di fronte a me, ad ogni bottiglia, una pletora di possibilità infinite e mi commuovo a pensare che in quel momento sono un piccolo indifeso atomo nell’universo.
Allo stesso modo però mi emozionano i grandi vini classici italiani e molte persone del mestiere mi ridono dietro perché Turriga o Sassicaia per loro sono vini finti. Ma poi, la prendi, la compri e sottolineo la compri, e la paghi, e cristo, quanto la paghi, e te la guardi, e poi ci pensi…e chiami la tua compagna che bestemmia ma sta a sentire il menu, e siccome ti vuole tanto bene, ti cucina lo stufato di essere umano, e tu chiami gli amici, e la stappi. Cazzo se la stappi! E che bevuta. Quella bottiglia di…scegliete voi cosa (e poi fatemelo sapere!)
Bene io mi arrogo il diritto
di essere me stesso, nudo e con le chiappe decomposte; e mi assumo l’onere di bere quello che di volta in volta mi aggrada di più.
Nei prossimi articoli magari analizzeremo delle aziende naturali meritevoli, e forse anche qualche grande incazzatura presa bevendo vini vari.
Per ora spero di essere stato di aiuto… E se così non fosse, scappate che se mordo poi io infetto!
Condivido in pieno, ho smesso dal 2001 di farmi prendere dai fondelli da tutti i vini italiani “fatti” x quel tipo di consumatori con quel tipo di esigenze, magari non ricordavano benissimo il nome quando al ristorante con qualche gnoccona dovevano ordinare il vino,ma bastava che il nome terminasse x aia… e faceva gia figo questo.
Pero’ purtroppo anche negli “”addetti ai lavori “” ce’ ancora tantissima diffidenza, senti ancora le battute del tipo.. a ma i vini naturali puzzano !!!! Che Probabilmente x curiosita’hanno provato qualche bottiglia di produttori di questi tipi di vini,e magari hanno stappato e servito con i tempi che di solito stappano un chinotto, e poi ti dicono,… visto che puzza !!!!
Conoscenza spesso vuol dire confronto. io passo la vita a confrontarmi con tutti visto che non ho volutamente preso una posizione.
Mi piace bere il vino e questo e quanto! poi solo il futuro ci dirà cosa succederà